2012 IL SAPORE DELL’ACQUA Dieci anni di poesia…

Ho fatto un viaggio. Ho seguito la via dell’acqua. L’acqua profonda del mare, l’instancabile acqua di fiumi e ruscelli, la misteriosa acqua dei laghi, il canto corale della pioggia, leggera, benefica o scrosciante, l’acqua del dolore, lacrime cocenti, l’acqua archetipica del liquido amniotico e del diluvio universale: acqua-madre da cui tutto si genera e che tutto, infine, travolge…


“C’è una figura che ricorre tra le pagine e che ispira la raccolta, ed è la figura materna: “Madre/ di questa vita, / la tua notte / ho avuto in dote” dice la poetessa. Ma – aggiunge – lei questa notte, che genera sgomento e terrore (“… nero / è il buio / che torna ad assalirmi, / e spezza tra le mani / il mio fragile gior­no”), ha saputo adornarla “di stelle, di rose, di colori danzan­ti” e soprattutto di “ghirlande di parole e di magici suoni”, che poi altro non sono che le parole e i suoni della poesia.”

Patrizia Napoleone, dalla “Prefazione” a Il sapore dell’acqua.


“Poesie dai miei giorni”, le definisce Simona Massa, invitandoci a intraprende­re con lei un viaggio nello spazio “impuro” del mondo, molto diverso da “quel nessundove senza negazioni… che si sa infi­nito e non si brama”, come dicono le parole di Rilke poste in esergo alla prima parte della silloge.

Ed è proprio nella distanza tra l’aspirazione a un “altrove” agognato e irraggiungibile, e la realtà tangibile e concreta, che si colloca lo spazio della poesia. Un anelito d’infinito che ricorda la lezione di Leopardi; forse una “dannazione” ine­vitabile per ogni essere umano …”

Cristiana Vettori, dalla “Postfazione” a Il sapore dell’acqua.


Il sapore dell’acqua
Frammenti di poesia
 Il mare 

Scendi
in silenzi d’acqua
salmastra,
tra bagliori di luci
sommerse.
Tue
le chiome d’alga
fluttuanti,
tua
la spirale d’ammonite
e le perle
i coralli
le onde,
tuo
l’abisso…

da In fondo al mare, p.20

Ti ho vista
nel riverbero
di un pallido mare.
All’alba
ti ho vista danzare.
Ineffabile visione,
sei il tutto e il nulla
della mia vita.
Orma di niente
è il tuo passo,
non lascia tracce
sulla terra,
tanto lieve è l’incedere.
Sfuggita
al sogno di stanotte,
volando,
mi attraversi la mente.
Respiro di niente
è la tua presenza.

Farfalla notturna,
dove andrai a morire?…

da Niente, p.44

Davanti al mare
i nostri occhi
rifrangono le onde,
che tingono d’azzurro
le labbra
e portano via le parole
verso le profondità.

Blu
è lo sguardo del mare,
che nulla dice
e muto
pensa il destino…

Le antiche gesta
di naviganti d’arche
trapelano
nei gesti umani,
nel gesto umano
di questa carezza,
che scivola inosservata
sulla riva…

da Lo sguardo del mare, p.21

C’era, lungo l’argine,
un addio.
Brandello bianco
di vita
impigliato
tra rami morenti.
La via del mare
aveva intrapreso
quel ragazzo ossuto,
un pugno d’anni appena,
troppo pochi per partire…
Se ne andava verso il mare,
scivolando
come uccello d’acqua,
senza far rumore,
se ne andava
come un’emorragia d’amore…

da Per non dimenticare, p.48

 

Gli uomini tornano,
con il deserto negli occhi,
sempre tornano,
alle bianche tende della sera.

A donne che aspettano,
sempre aspettano,
con il silenzio negli occhi …

Vento d’Africa lontana,
tutto finisce,
tutto sfinisce,
sull’infinita riva del mare.

da Africa, p.52

 

Navi,
immemori del mare
che, disfatte,
le rese alla terra,
al mare tornano,
leggere,
senza pensieri.

Immemori navi, p.73

 

… Corrono
con le braccia levate al cielo,
corrono leggeri,
senza sforzo né fatica.
Corrono
senza fuggire.
Le piccole mani
sorreggono una vela di fortuna,
una vela di destino,
ben alta al di sopra della testa.
Sventola nel deserto
un immenso drappo di seta
sfavillante sotto il sole.
Se ne vanno, così tanti,
di duna in duna,
unica onda di seta azzurra,
se ne vanno, se ne vanno
all’infinito verso il sole.

da Paura, p.76

 

… Ti ricordi?
le vacanze sempre uguali
passate insieme
davanti a quel vivo,
verde mare.
E l’urlo
della tracina assassina,
infallibile,
tra noi bambini,
mieteva la sua vittima
ogni volta,
quando, a frotte,
come uccelli marini
come cuccioli di foca
come traballanti pinguini,
tornavamo a riva.
Allora lei ci attaccava,
matrigna,
proprio nella pia tenerezza
del piede nudo.
Ti ricordi?
i sapori di quei giorni
in cui l’aurora sorgeva
benedetta…

da Ti ricordi? p. 55

… Cammino
sulla superficie dell’acqua.
La vita è
questo miracolo
di leggerezza:
riuscire a tenersi a galla
su un’abissale profondità…

Vedo sotto la superficie
il mio corpo sprofondare.
È leggero,
i capelli volatili come alghe,
tocco il fondo,
accarezzo la sabbia,
con le mani, delicatamente,
frugo il fondale.
Scopro il viso di mia madre,
scopro il viso di mio padre,
di tutti quelli che ho amato.
La felicità e il dolore
qua in fondo
sono la stessa cosa.

Ritrovo tutte le emozioni
che ho vissuto nella vita.
Niente è perduto.
Niente è perduto.

da Paura, p.76

 

… I nostri passi
crepitano sulla sabbia
prima di perdersi
nell’oceano mare.

Tra noi
rimane, inesauribile,
l’eco
di una vecchia canzone d’amore.

da Antica estate, p.89

 

Vele notturne
vanno
al respiro del mare.
Come
è leggero,
e facile,
e fluido,
e piano
questo amore.

Vele, p.102


La poesia è un veicolo verso la profondità, che sia la dimensione dell’alto o del basso, dello spirito o della passione, dell’infinito cielo sopra di noi o dell’immenso mare dentro di noi.


Il sapore dell’acqua
Frammenti di poesia
 Fiumi, ruscelli, laghi 

… Potessi
trasformarmi in acqua
invece di morire.
Scorrere ridendo
tra le dita della morte,
che non mi può ghermire,
e tuffarmi giù
dai dirupi sassosi,
e andarmene a cantare
per i boschi
che ho veduto in sogno,
a giocare col capelvenere
e il salice…

da Potessi, p. 23

 

… Nudo
se ne andava
lungo l’ansa del fiume,
impigliando gli addii ai rami,
brandelli bianchi di vita
lasciati dietro di sé,
per non dimenticare.
Nudo,
come se dovesse morire,
o come se dovesse nascere
ancora…

da Per non dimenticare, p.48

Era già primavera.
Insolita,
cadeva la neve.
Era strano
tra i fiori
vedere il cielo fioccare…

I suoi occhi,
immensi laghi
ghiacciati,
ciglia
come ali d’uccello
frementi di freddo.

Quegli occhi
si aprirono su di me,
inondandomi
di un amore sgomento

Ed io,
fatta col fuoco,
fui accolta
dentro la sua coperta
di lana brinosa,
dentro una coltre
di neve amorosa…

da Ma la neve…, p. 62

 

Quella terra,
con cui ho giocato
da bambina
sulla scaletta di sassi
erbosa.
Quel giardino,
in cui mia madre
sfogliava le sue riviste
da signora.
Quell’acqua così fresca,
bevuta d’un fiato
nella coppa delle sue mani.
Quel labirinto appartato
dove non c’era mai nessuno,
dove nessun grido
mi raggiungeva,
dove sapevo di potermi perdere
per sempre,
per poi ritrovarti
solo a pochi passi da me,
sull’orlo del laghetto verde
che specchiava i tuoi capelli…

da Quel colle, p.68

 

… La luna inonda,
d’un tratto,
il verde grano
nascente.
Mia madre
in sogno
mi appare.
Alga d’argento
fluttuante.

da Nostalgia, p. 38

 

È appena
al di là del fiume
la meta del mio
destino,
eppure
non mi decido
a guadare.
Guardo
la corrente che scorre,
che si porta via i giorni,
e ancora dico:
domani…

da Domani, p. 80

… Era d’inverno.
Gli uccelli tacevano
nelle ali serrate.
Aspettavano, immobili,
nella solitudine del giorno,
che il cielo si aprisse ancora
per loro.

Era d’inverno.
Le acque si erano pietrificate
in taglienti lamine di ghiaccio.
Lo stupore dei pesci,
sopraffatti dal sonno,
si intravedeva ancora
in trasparenza.
Era l’inverno del nostro amore…

da Era d’inverno, p.92

Il battello tagliava il fiume
in due,
come una forbice esatta,
implacabile.
Il verde smeraldo
dell’acqua
spumeggiava intorno,
e moriva lentamente
verso le sponde
in luce chiara…
Quando arriveremo
alla foce
saremo vivi o morti.

 

 

Io so
che dovremo scegliere
da che parte stare.
Dalla parte della vita.
O della morte…
Questo viaggio
ai primordi del mondo,
questo viaggio
a ritroso nel tempo
è la nostra Lourdes.
Dammi la tua mano,
prendi la mia mano…
Lasciamole insieme
nell’acqua che scorre.
Che fluisca ogni cosa
che è stata…

da Viaggio, p. 120


Ritengo che la poesia sia, a volte, come uno sport estremo: le parole si spingono oltre ciò che è percettibile e condivisibile a cercare formule espressive per dire l’indicibile e persino l’inaudito. Pina Bausch, diceva: “quando restate senza parole, danzate”. Quando non troviamo le parole per dirlo, proviamo a farle danzare dentro di noi, uscendo dai circuiti consueti.


Il sapore dell’acqua
Frammenti di poesia
 Pioggia, diluvi, lacrime 

Piovve tutto il giorno
sulla città.
Un’incessante musica d’acqua,
un contrappunto di scrosci,
zampilli,
rivoli e onde.
Ovunque,
traboccanti fiotti di luce.
Le case, ora,
galleggiano
sull’acqua quieta.
Si scardinano dalla terra
pesante,
e lievi,
come foglie vagabonde,
trasmigrano
da un quartiere all’altro,
sovvertendo
l’ordine del mondo…

da Dopo la pioggia, p.25

Sono
come il gatto del Buddha,
sul tetto, che guarda.
Come una nave fantasma,
che nessuno
ha mai visto salpare.
Sono come l’acqua
del diluvio universale
che trabocca
di mondo in mondo…
Sono come il dolore
di un giorno, che scorre,
memoria fuggente.
Sono come la pioggia
tagliente,
che cade e si spezza
sopra i marciapiedi.

da Come il gatto del Buddha, p.35

Il bambino
è luce
calda, vibrante.
L’acqua che cadde
dal cielo
ne ha intriso
le sembianze.
Una visione fugace,
morente,
come d’acquerello
troppo bagnato.
Ma non è pioggia
che ti bagna…

da Bambino di pioggia, p.39

 

Lacrime
attraversano stancamente
il mio viso.
Sono così indaffarata
che non ci faccio caso…
Stanotte ho fatto un sogno:
un vaso colmo d’acqua
traboccava,
senza che io potessi farci niente.

da Lacrime, p. 42

Salire su,
fino a sfondare il vento,
vagheggiando
di nuvole e pioggia,
o scendere giù,
in fondali di buio estremo
a toccare la mano della paura,
o lanciarsi
ad occhi chiusi
nella vita,
in un abbraccio di mistero,
fendendo la nebbia
con ali di uccello,
stretta tra i denti
brandelli di speranza.

da Liberamente, p. 86

… Ho dimenticato la tua faccia,
ho dimenticato il sole.
Ho cancellato tutto di noi due,
anche il più piccolo dettaglio.
L’inchiostro nero dell’oblio
ha sommerso il mondo.
Ha divorato
la piccola casa di pane,
la minestra luccicante nei piatti della sera,
il crepitante fuoco dell’inverno,
la tenera pioggia d’estate
che veniva giù dalla gronda di rame
a cullare il sonno leggero del mattino…

da Delitti, p.99

Che ne sarà
di questo amore
a cui abbiamo
voltato le spalle,
che ne sarà
di questo amore dismesso.
Impazzirà.
Vagherà per le strade
del mondo,
si farà mendicante,
lebbroso,
ombra di cane,
senza darsi pace.
Tornerà, a volte,
di notte,
sotto la tua finestra,
sotto la mia finestra,
a piangere e gridare
verità e giustizia…

Da Prima, p.123

Ombre
fra le trine delle tende.
Sono i nostri sogni,
che si rincorrono sulle pareti.
Tuona l’universo
traboccante d’acqua.
Ma, chiuso là fuori,
non mi fa paura.
Io sono nel cerchio
delle tue braccia,
ad inventare
una sciocca cantilena,
una tisana di parole
che ci induce il sonno…

da Addormentarsi, p. 101

Amore impossibile,
o, forse,
semplicemente codardo.
Amore che piange
come un bambino,
non vuole crescere
per restare sogno.

  da L’ultimo passo, p.107

 

Chiaro di luna,
si accende il tuo viso.
Stanotte non dormirò
per guardarti…
Sull’onda di questo tango,
che viene dalla balera,
io finalmente piango…
Chissà se la mia notte
deve ancora venire,
oppure se è già stata.
O se invece
non sia adesso,
proprio in questa poesia da balera…

da Tango, p. 113

 

Mi spingerò oltre me stessa,
oltre quel limite dell’impossibile
dove regna il mio dio panico.
Lo attraverserò,
mi esporrò alla crudezza
dei giorni,
senza lesinare alla mia pelle
la pioggia, il vento, il sole.
Col cuore in mano
percorrerò i silenzi bui
delle notti,
fin dove mi guiderà
la paura.
Girerò in tondo,
percorrerò linee rette e oblique,
camminerò
in orizzontale e in verticale…
Percorrerò qualunque diagonale
per misurare le estremità del mondo.
Ogni geometria del viaggio conoscerò,
con instancabile passo di pellegrino.

da Senza ombra di te, p.118

È Acqua,
l’incanto che mi prende,
quando, d’un tratto,
tutto si sospende.
E si perde in un vicolo cieco
la muta latrante di cani
dietro il mio cuore…

Allora,
la mia acqua
sgorga.
Fonte senza paura,
chiara grazia
per cui ogni terrore,
coagulato nel fondo di me stessa,
si scioglie.
Miracolo del sangue
che si liquefa nell’ampolla…

da Il sapore dell’acqua, p.46


La poesia nasce dall’incontro con un altro linguaggio, rispetto a quello della coscienza; questo linguaggio sgorga dal mondo interiore. Diviene intenzione cosciente e disciplina nel momento in cui si aderisce a questa presenza interna e si sceglie di dargli spazio. Allora comincia un lavoro di servizio verso la parola espressiva, la parola che perde la relazione univoca con il suo significato e diventa simbolo vivo, polisemia di senso.
È uno stato di grazia, non saprei in che altro modo definirlo, perché è un momento di centratura del mio essere nel mondo. Il mio asse trova il suo punto di equilibrio. In quel momento non mi sento più trascinata dalle cose o sbilanciata su qualcuno o qualcosa. Sono centrata in me stessa.
Ho rappresentato questo stato di grazia con la metafora di una fonte che sgorga, “chiara fonte senza paura”.
Un momento in cui il mio essere è libero dall’inquietudine esistenziale e sperimenta una libertà espressiva.


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SIMONA MASSA

Psicologa, psicoterapeuta e psicologa analista junghiana (AIPA, IAAP).
Nella vita ho percorso parallelamente due sentieri, che rispecchiano le mie passioni principali e il mio processo di umanizzazione:
la psicologia del profondo e la scrittura.

Via La Nunziatina, 6 (Corso Italia)
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