HAIKU
cinque
sette
cinque
LA DRAMMATURGIA DELLA NATURA SENZA LA DRAMMATICITÀ DELL’UOMO
Una rigorosa struttura espressiva di tre soli versi,
articolati in una sequenza di
cinque, sette, cinque sillabe.
L'Haiku è una forma breve in poesia che trae la sua forza espressiva dalle suggestioni della natura nell’articolarsi delle stagioni. La composizione richiede grande capacità di sintesi, in quanto il focus dell'Haiku è una scena immediata ed intensa che cristallizza, nell'attimo presente, sensazioni, emozioni, pensieri, intuizioni. L'estrema essenzialità dei versi apre un vuoto allusivo, come una traccia da seguire e un’immagine su cui meditare. (Simona Massa Ope)
HAIKU
VISIONI
SILENZI
SUONI
LA POESIA
È OVUNQUE
Siamo contemporaneamente attraversati dalla via della natura e dalla via della grazia, e spesso queste due strade confliggono dentro di noi.
La via della natura allude a una modalità competitiva e prevaricante; obbedisce alla legge del più forte e si trova ad ogni livello della scala evolutiva, dall’era dei dinosauri alle nostre attuali giungle metropolitane.
La via della grazia è un concetto intuitivo da intendersi non strettamente in senso religioso ma in senso spirituale; allude a una modalità partecipativa e contemplativa. È uno stato dell’essere che contempla la bellezza della creazione, e in questa partecipazione contemplativa gli atteggiamenti e i bisogni dell’Io si relativizzano a favore della consapevolezza di essere connessi gli uni a gli altri e tutti alle energie dell’universo. Favorisce la sensibilità nel cogliere il miracolo e la bellezza della vita in ogni manifestazione del creato.
Gli Haiku sono componimenti poetici che nutrono in noi la via della grazia. Meditare un Haiku apre lo spirito alla meraviglia e alla consapevolezza dell’immanenza dell’anima nei fenomeni naturali. (Simona Massa Ope)
“Nessuno al mondo meglio dei giapponesi ha saputo far riecheggiare nelle consonanze e dissonanze di pochi vocaboli l’intera realtà, sia sociale che cosmica. Avete sposato l’infinito alla parola in un modo che affascina ben oltre le vostre frontiere. (…)
Quale distanza tra la sintassi delle lingue indoeuropee e il vostro modo di produrre il senso a partire dalle nozioni, dalle informazioni particolari! (…) raggiungendo più facilmente, più rapidamente delle nostre frasi analitiche, il sentimento dell’unità, o del nulla, che sta al cuore di ogni vera poesia. (…)
Per di più, la vostra notazione grafica delle parole è costituita da ideogrammi, da segni che spesso conservano nella loro forma parte dell’aspetto delle cose, e l’haiku è breve, il che permette di coglierne tutti i caratteri con un sol colpo d’occhio (…) Questo poeta sarà un pittore. (…)
La nostra scrittura abolisce il rapporto immediato col mondo. (…) C’è una lucidità dello spirito nei segni della vostra scrittura, e questa lucidità è dunque a monte delle vostre opere poetiche, mentre da noi essa non compare che alla fine, sempre che il poeta non si sia smarrito lungo il cammino. (…)
La sensibilità poetica resta per noi assorbita dalla riflessione del poeta su se stesso (…) L’idea … che l’essere umano non debba considerarsi superiore alla natura, è esattamente quello che ormai dobbiamo accettare… ( Yves Bonnefoy, Sull’Haiku, O barra O edizioni, Milano, 2015, pp.49-57)
da una raccolta di settanta Haiku inediti Cade il ciglio e il petalo rosa. Non mentono mai. . . . Neve scintilla sul pettirosso muto. Bacca nel becco. . . . Riflesse trame, poesia dell’acqua. Chiaro cantico. . …
