Family Life. La vita a volte è un film.

Simona Massa Ope,

Family life. La vita a volte è un film.”

Contributo per “INTERSEZIONI. Le sezioni si raccontano”, Sezione Toscana – AIPA, Firenze 16 giugno 2018, 26 gennaio 2019

in E-VENTI, Pagine aperte della Sezione Toscana -AIPA, Oltre la sincronicità? Psiche e materia nella fisica e nella psicologia analitica di oggi (Atti del convegno, Biblioteca delle Oblate, 3 febbraio 2018, Firenze) 

n. 6, anno V, 2021, pp.119-123.

http://aipatoscana.it/wp-content/uploads/2021/01/E-venti-n.-6.6-completo-2.pdf


     Estratto: ovvero, la parte per il tutto

A volte le comunità umane, per quanto siano unite da ideali e scopi nobili e condivisi,  assumono la fisionomia di “famiglie” in cui si possono replicare gli stessi elementi psicodinamici delle famiglie in senso stretto. L’Autrice dell’articolo si ispira al famoso film Family life (Ken Loach, 1971), e ad altri noti film, per evidenziare, in maniera ironica e creativa,  alcuni aspetti d’ombra della “casa” associativa, che possono ricadere in maniera “disturbante” sia sulla vita collettiva che del singolo appartenente.

     L’Autrice  individua alcuni elementi tipici nella rappresentazione collettiva delle comunità associative: riconoscersi figli dello stesso padre, vissuto in modi molto diversi; lo spazio espressivo percepito come un’unica coperta da “dividere” piuttosto che da “condividere”; giochi di squadra; ere glacialiesserci senza esserci; fantasmi.

    Come nel film The Others (Alejandro Amenábar, 2001), a volte le famiglie abitano in case  infestate da fantasmi, per poi scoprire che i fantasmi, in realtà, siamo noi stessi e non gli altri, di cui si avverte la presenza; allo stesso modo, pensiamo di essere noi i vivi e invece siamo noi i morti e non ce ne accorgiamo. E nel frattempo si girano molti film…

Tutto questo a che scopo? Difficile rispondere. Non sembra esserci un oggetto del desiderio da contendere, siamo, credo, in un’area più primitiva, più narcisistica, dove l’oggetto è molto fantasmatico, e molto imbricato con il piccolo sé, non con il grande Sé, a cui  C.G. Jung ci invita a pensare.

Simona Massa Ope


“Se vuoi costruire una nave,

non devi per prima cosa affaticarti a chiamare la gente,

a raccogliere la legna e a preparare gli attrezzi;

non distribuire i compiti, non organizzare il lavoro.

Ma invece prima risveglia negli uomini la nostalgia del mare lontano e sconfinato.

 Appena si sarà risvegliata in loro questa sete

si metteranno subito al lavoro per costruire la nave.”

Antoine de Saint Exupery


 

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SIMONA MASSA

Psicologa, psicoterapeuta e psicologa analista junghiana (AIPA, IAAP).
Nella vita ho percorso parallelamente due sentieri, che rispecchiano le mie passioni principali e il mio processo di umanizzazione:
la psicologia del profondo e la scrittura.

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