CON VOCE AZZURRA
2019


 Dalla Nota di lettura di Laura Visconti:               

“Con voce azzurra è una silloge molto articolata, complessa, suddivisa in varie parti dai titoli suggestivi, unite da un filo conduttore forte: il tono, la voce, la forza e la passione, che sono la cifra della poesia di Simona Massa. (…)

Tanti componimenti sono qui raccolti, dal tessuto denso di metafore, costellato di eventi sinestesici, accostamenti rari di una percezione dilatata provocata dalla compresenza di sensazioni diverse prodotte dai vari sensi: non un azzardo linguistico, ma un ampliamento di significato.

Già il titolo “con voce azzurra” è esemplare. Udire e vedere sono contemporaneamente attivi, fino a sovrapporsi. (…)

L’autrice rivendica il suo diritto a esprimersi, alla voce dispiegata: “Voglio vendere la mia vivezza / al mercato del pesce. / Voglio vendere la mia tristezza. / Voglio gridarle /come una pescivendola. / Con voce azzurra” (p. 104).

(…) Sono versi impastati di colori, l’oro, il vermiglio, il verde, il giallo, i rossi, tra i quali emerge prepotente l’azzurro. Si narrano qui paesaggi di terra e di acqua, nelle sue varie accezioni, quali il mare, il fiume, la pioggia. Altri paesaggi sono soltanto allusi, come percezioni tra sogno e veglia, tra luce e ombra, voce e silenzio. Ne è esempio Vaghi luoghi che apre il volume: spazi che la terra non conosce, perché l’autrice ci avverte che proviene da “una lontananza” e come in volo, “portata dal vento” si lascia incantare dai giardini, dalle rive, dalle distese dei girasoli (…). E il destino è quello di “sfarsi”, e anche il “riso più cristallino/ si disperde, solo, / in tanto silenzio”.

Sono versi che rappresentano momenti brevi, istanti, frantumi, simili ai “variegati granuli” che riempiono l’aria. Come la poesia anche la vita è fatta di frammenti, di “giorni frantumati”.

Forse la parola riuscirà a ricomporli in un tutto unico e dare un volto e un significato alle tante schegge.”


COSÌ LONTANE, LE STELLE
dalla prima parte

FERITA NOTTE

Suoni d’acqua nel buio,
il palpito delle lucciole
tra le fronde oscure,
il tenebroso gracidare
delle rane in amore.
Ferita notte della mia estate.
Stella cadente,
truffa
di un desiderio umano,
stella conficcata nella terra.
Emana un chiarore ansimante.
E il cielo stesso la richiama,
con grida dolci, alla sua quiete,
nell’infinito nulla.

Con voce azzurra, p. 15

IN SILENZIO

In silenzio vago
sotto le zitte stelle.
Oltre il giorno,
che frastorna e assopisce,
regna la notte veggente
e la sua ala sconfinata.

Con voce azzurra, p. 21

 

PAESAGGI A OLIO E AD ACQUARELLO
dalla seconda parte

SUL FIUME
          Passeggiando con Tara
            sulle rive dell’Arno, a Calcinaia

Sul fiume si posa il tempo
che non ritorna.

Il volo radente delle piccole rondini
saetta.
Già sentono la pioggia scrosciare
dentro le nubi dense,
e il loro librarsi nell’aria, gaudente,
si fonde, a poco a poco, con la malinconia.

Laggiù,
sulla riva opposta allo sguardo,
la verde ressa di ombre s’immerge.
Un giorno, saliranno fiori di loto
dalla melma del fondo.

Un legno vecchio si avvia, lento,
al mare.
La rovina del ponte interrotto
si conficca nell’acqua,
come un sole sconfitto.

Ogni cosa, ogni istante
si frantuma, si accresce
sulla superficie specchiata.

E quell’essere solo,
che guarda,
si dissolve e si assolve
nell’immagine assorta.

Con voce azzurra, p. 29

DI VARIEGATI GRANULI

Di variegati granuli
satura è l’aria
e polvere d’oro.
Forse, la vita.

Tristi pensieri
vagano nella fluida nenia
di questa primavera,
già troppo calda,
come se un’estate vestita d’azzurro
e di una gioia sguainata
l’avesse preceduta
e violata.

Il rosa tenue
dei suoi piccoli fiori,
già decaduti,
svanisce sui prati,
sui rami inverditi,
sui colli assopiti.

Gli amori che vivono poco
acuiscono di ogni colore
i paesaggi e i ricordi.

Con voce azzurra, p. 33

MUSICA PIOVANA
dalla terza parte

INCIPIT

La notte trasmuta. Raccoglie
la sua sparsa corolla,
svanisce. È l’alba.
Un lembo di nebbia
si impiglia
ai rami fioriti della primavera.
È l’incipit di un sogno
che si rivela.

Adesso parlo
come parla la pioggia,
battibecco
col canto degli uccelli.

Con voce azzurra, p. 49

 

CHIRI-TSUBAKI
          Camelie che cadono sparse

Quando mi rivolgerai
la parola,
per non turbarti,
farò finta di dormire.
Anzi, mi addormenterò
nel più profondo dei silenzi.

Tu capirai dal mio respiro
che ogni parola tua,
pronunciata o muta,
mi avvolgerà come una brezza
di tiepido stupore,
come se nessuno
l’avesse mai udita prima.

E l’aria cadrà dal cielo
come una cascata profumata
di Chiri-Tsubaki,
frantumata in musica,
risvegliata
dai suoni d’argento
di scroscianti percussioni.

Con voce azzurra, p. 55

Ispirata al romanzo La casa delle belle addormentate
di Yasunari Kawabata, 1968.

 

A SOLO
dalla quarta parte

A SOLO

Filo grezzo,
rude, tagliente,
a volte, la vita.
Si snoda tesa, vibrante,
sul palmo nudo di una mano.
La sento addolcirsi, a tratti,
come il tormento del vento.
Ora tra le canne,
ora tra le perle delle tende,
ora sull’aperto della prateria,
vasta
come la mia mano distesa,
quando nulla rimane
che non sia musica.
Nulla.
E un a solo
di viola dolente.

Con voce azzurra, p. 87

SENZA DI ME

La mia valigia torna a casa
senza di me.
Io non posso tornare.
Posso solo vagare.
Sono triste per molti perché.
Un barattolo, teppista di latta,
rotola sul marciapiede.

Anche oggi ti ho pensato.

Tutto ciò che sono stata
si disperde in folate
di treni in corsa.
Si straccia sui muri incollati
di vecchie pubblicità.

Con voce azzurra, p.90

CON VOCE AZZURRA
dalla quinta parte

PRELUDIO

Ricordo quelle estati
di nuda adolescenza.
Tutte uguali. Tutte smarrite.

E il mare, sempre lo stesso,
impietrito dal sole,
anche lui ferito dentro
l’azzurro,
anche lui violato.
Luceva negli occhi
fino a farli lacrimare.

Il pub sulla duna
sdraiava sotto la luna
la sua ombra ubriaca.
Il cormorano di latta
lanciava nel megafono sul tetto
l’urlo grottesco del suo richiamo.
Urlava al mare nero,
alle sue onde fuggiasche,
al branco dormiente delle motociclette,
ferme, sul ciglio della scogliera,
alle coppie in amore
sprofondate nella sabbia.
Intrometteva la paura
e del mare l’abisso
nei loro giochi notturni.

Ricordo quei baci.
Si inerpicavano sul cielo tempestato
delle notti d’agosto, tra le stelle cadenti,
a contrastare le parole, sempre più zitte.

Era furtivo quell’amore sedicenne,
sbarcato alla vita come uno sparuto
clandestino.
Eppure, mi urge dentro,
nel cuore della notte,
quel preludio di note azzurre.
Ora, che non c’è più nessuno.

Con voce azzurra, p. 105

SOGNI DISTINTI
dalla sesta parte

TRA ME E TE

A volte, tra me e te,
c’è solo un sottile
perché,
c’è il rosso acceso
di un papavero,
che si schiude
piano,
una porta
suonata dal vento
come fosse una viola.
Parla con voce matura,
profonda.
O tace.

Con voce azzurra, p. 113

 

INTIMAMENTE

Il meglio di me
è della penombra.
Quel volto che non sorride,
e non è triste,
è il mio.
Guarda nel deserto
assorto
di questa oscurità,
che ci vince e avvince
in vaghi sogni.
Guarda nel buio
sfiorando, le mani perse,
cose indistinte,
come perle disciolte,
ciocche di capelli, nastri
e quaderni di foglie
croccanti,
imbevute di pioggia
e parole d’autunno.
Il meglio di me
è nei bisbigli
che si accostano all’orecchio,
i sussurri delle cose taciute,
quando, intimamente,
si fa sera, e sul bordo
di un bacio trattenuto
mi ascolti.

Con voce azzurra, p. 116

AULÒS
dalla settima parte

FRAMMENTI

Ci sarà un giorno
in cui i frammenti che ho raccolto
in ciotole votive,
queste piccole cose rotte
elevate a Dio,
i colori scheggiati
dettagli allusioni accenni
di un disegno più vasto
da cui si sono staccati,
gli spigoli rotti le crepe gli smalti screpolati
che ho disseppellito a mani nude
con le unghie rotte
dalla terra e dall’acqua
da declivi di colline dolci come seni
dai prati rinati della primavera
da deserti camminati a denti stretti
tra le assi di binari senza fine
nella poltiglia infangata degli inverni
sotto le pietre roventi d’estate
dove sfidai mortale,
a piedi nudi,
il morso della vipera…

Ci sarà un giorno
in cui i frammenti si ricomporranno
in un mosaico dal volto
sorprendente,
e i miei occhi
si avvicineranno da lontano
verso un ulteriore centro,
metteranno a fuoco nel nuovo sguardo
la meta e il cammino,
gli incontri e gli addii,
gli onori e gli spregi,
stretti in un unico abbraccio.

Con voce azzurra, p. 173


Simona Massa Ope
CON VOCE AZZURRA
Edizioni Erasmo, Livorno, 2019

COSÌ LONTANE, LE STELLE
Vaghi luoghi
Ferita notte
Eppure, era una stella
Che sia
Dal buio
In silenzio
Oh, lassù!

PAESAGGI A OLIO E AD ACQUARELLO
Crepe di luce
Sul fiume
Ancora una volta
Di variegati granuli
Di un istante
Incensi
Il cielo si scioglie
Un’altra estate
Novembre
Autunno
Oro
Ghirigori

MUSICA PIOVANA
Incipit
Il suono dell’acqua
Oggi, la pioggia
Chiri-Tsubaki
Cade aulente

A SOLO
Anche oggi
Respirare
Lame
Solve
Questo margine bruciato
Brucia nel vento
La mia musica
Stupore
Le mie parole postume
Dal nulla
Una parola vera
Si schiudono dentro
Ed ecco la valle
A solo
Venezia
Senza di me

CON VOCE AZZURRA
Sabbia
Canto
Un mare dentro
Con voce azzurra
Poesie salate
Preludio
Com’è blu
Sogni distintiA solo
Venezia
Senza di me
Con voce azzurra
Sabbia
Canto
Un mare dentro
Con voce azzurra
Poesie salate
Preludio
Com’è blu

SOGNI DISTINTI
Tra me e te
Remota vela
Una pace
Intimamente
Come il grano
Di pace e d’ombre
Accanto
Eppure, tu non vuoi
Per la mia mano
Il cuore del silenzio
Pane di grano arso
Dimmi
Sul finire del giorno
Sogni distinti

AULÒS
Una catena di suoni
Grazie a Dio
Anima
Un nome così
D’infinito
Poeta, fratello
La quiete
Questo dolore ha un suono
Finito, infinito
Muta, la mia voce
Adesso ho una terra
Su di me
Frammenti
A piedi nudi

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SIMONA MASSA

Psicologa, psicoterapeuta e psicologa analista junghiana (AIPA, IAAP).
Nella vita ho percorso parallelamente due sentieri, che rispecchiano le mie passioni principali e il mio processo di umanizzazione:
la psicologia del profondo e la scrittura.

Via La Nunziatina, 6 (Corso Italia)
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